ROCCA DI PAPA / Cultura – Si è svolta con semplicità e simpatia la quinta rassegna del concorso di poesia dialettale organizzato da Rita Gatta all’interno dell’evento “La birra nella contea”
“La lingua è il vestito buono, il dialetto è la maglia di lana”. Queste icastiche parole di Giulio Montagna, poeta velletrano, pronunziate qualche anno fa, mi sono subito venute in mente appena entrata nel tendone della Contea della birra che domenica scorsa ha ospitato la 5° rassegna di poesia dialettale organizzata da Rita Gatta. I poeti, venuti da vari paesi dei Castelli, erano pronti a declamare le loro poesie con i volti sorridenti, un foglio o un libro in mano, come pronti per una festa di famiglia. Nonostante la malinconia che tutti sentiamo – e di cui i poeti stessi hanno piena coscienza- nel pensare alla corruzione e imbastardimento del dialetto già in atto e infine della sua morte inevitabile fra non molti anni, si percepiva, quasi si toccava con mano un’atmosfera festosa di piacere dell’ incontro: il dialetto, lingua della famiglia, dell’infanzia, delle tavolate fra amici ha il potere di creare, nella semplicità, contatti profondi.
Ma veniamo alla cronaca minuta dell’ incontro ottimamente organizzato e diretto da Rita Gatta che ha fatto in modo di far scorrere le varie letture senza intoppi e incertezze. Tanti i temi delle poesie- tre o quattro per ciascun poeta, uno spaccato delle diverse variazioni della vita di oggi e del passato. Nonostante il numero esiguo di poesie che ogni poeta poteva leggere, il tono personale di ciascuno è emerso chiaramente: ora riflessioni sull’oggi, ora ricordi del passato, ora ironia, allegria, ora malinconia dei ricordi. Ciascuno ha ricevuto meritatamente i suoi applausi e alla fine in dono una bella medaglia di bronzo del Consiglio regionale del Lazio e un attestato di partecipazione e in più un libro del poeta dialettale colonnese Fausto Giuliani, che nelle sue letture ha divertito tutti i numerosi presenti.
Oltre a Fausto Giuliani e a Giulio Montagna, esperto e attivo cultore del dialetto velletrano che non manca mai a queste manifestazioni, la tiburtina Anna Maria Bozzi, la genzanese Maria Rita Canterani, la monticiana Antonella Diana, Maria Lanciotti che ha letto sue poesie in dialetto siblacense, Giulio Iacoangeli, in romanesco, Lina Furfaro e Aldo Coloprisco in calabrese, Lucio Grasso in napoletano ( bellissima questa specie di internazionalità dei dialetti ) e ancora Matilde Ventura frascatana, Luca Leoni velletrano che hanno letto poesie di altri, il noto musicista Paolo Valbonesi che ha letto una poesia di Elsa Salustri nipote di Trilussa, e infine Mario Leoni che ci ha divertito con modi di dire di Ariccia. Ultimi, ma solo per dovere di ospitalità i poeti rocchigiani – meglio in dialetto rocchiciani. In ordine alfabetico: lo scrittore Roberto De Luca, la professoressa Maria Fondi , i fratelli Mario e Salvatore Giovanetti, conosciuti autori delle saporose commedie recitate da” La strana compagnia”. Aspettiamo con gratitudine la prossima manifestazione.