Olfatto

Avere a che fare con odori sgradevoli non è certo di buon auspicio per chi deve vivere in un ambiente che diverrebbe tutt’altro fuorché sano e rilassante. Abitare nei pressi di discariche, grandi allevamenti, aziende che lavorano materiali particolari, comporta la consapevolezza di dover convivere, saltuariamente, con un’aria poco gradevole, ma quando ciò diventa abitudine allora è doveroso richiedere l’intervento di chi è del settore per svolgere un rilievo odorigeno ambientale che possa determinare la presenza di inquinamento olfattivo.

È bene stabilire quali sono i requisiti per definire un’area sana e vivibile: per questo interviene l’olfattometria la quale permette una precisa valutazione del disagio olfattivo grazie all’ausilio di un panel di persone che ha il compito di contribuire alla determinazione dell’impatto olfattivo generatosi.

Analisi olfattometriche: differenza tra analisi chimica e di olfattometria dinamica

Tra i vari modi per condurre le analisi olfattometriche esistono i metodi chimici e quelli non chimici.

  • Analisi chimica degli odori: questo genere di studio prevede l’utilizzo non solo di attrezzature e strumenti speciali, ma anche di test in laboratorio. L’obiettivo prevede la determinazione delle precise sostanze che emanano gli odori da monitorare, stabilendo, alla fine, una famiglia di elementi responsabili del malessere.
  • Analisi olfattometrica dinamica: pur avendo un carattere comunque scientifico e delle linee guida precisamente stabilite da un regolamento, lo scopo non è la determinazione delle sostanze responsabili dei cattivi odori, ma la quantificazione dell’impatto odorigeno che genera l’inquinamento olfattivo. In questo caso un panel prestabilito di persone esperte inizia ad annusare l’aria che viene presentata dai tecnici sotto diverse “forme”, fino a determinare scientificamente un valore che stabilisce il livello di sopportabilità dell’odore.

Inquinamento olfattivo: non solo all’aperto

I cattivi odori possono propagarsi anche internamente, in luoghi di lavoro come ristoranti, depositi, aree di stoccaggio merci o rifiuti, aziende in cui si eseguono processi operativi particolari.

Questo comporta la necessità di procedere alla misurazione odorigena all’interno di questi ambienti di lavoro per capire se le emissioni possano compromettere le condizioni di attività degli operai e di terze persone (clienti, collaboratori, partecipanti, vicini di ubicazione).

Per oggettivizzare la misurazione è importante fare riferimento a delle condizioni uniformi per poter confrontare i valori, che prevedono, ad esempio, una certa dimensione, una situazione pregressa di assenza di odori e una temperatura non superiore a 25°C con variazioni massime di 6 gradi (3 in più e altrettanti in meno) durante lo svolgimento dei rilievi. Al tempo stesso è bene prevedere l’assenza di rumore e della diretta esposizione al sole.

Analisi olfattometriche con campionamento statico e dinamico dell’inquinamento olfattivo

Ecco come dovrebbe avvenire il campionamento al fine dello studio dell’aria per stabilire il livello di inquinamento olfattivo.

  1. Identificazione dei processi che potrebbero rappresentare la sorgente di rilevante emissione odorosa.
  2. Capire i potenziali pericoli e la tossicità sulla salute derivanti dagli odori.
  3. Identificazione molto precisa della collocazione delle sorgenti degli odori con indicazione della loro esatta posizione (ad esempio: un conto è affermare che un odore proviene dalla cucina, un altro è stabilire che è proveniente dal filtro posto all’interno delle tubazioni della cappa di aspirazione).
  4. Monitorare l’odore per stabilire se varia nel tempo oppure se è costante.
  5. Scegliere le migliori posizioni per poter fare i rilievi e prelevare eventuali campioni di aria.
  6. Identificazione delle situazioni e degli scenari che potrebbero interferire sugli odori, accentuandoli oppure smorzandoli.

L’analisi olfattometrica potrebbe essere eseguita con un campionamento di tipo dinamico oppure statico. Nel primo caso l’aria viene subito inviata all’olfattometro senza essere intrappolata in un contenitore, mentre la seconda casistica contempla proprio quest’ultima possibilità e per questo si parla anche di campionatura posticipata dell’aria.

Se durante un rilievo dinamico l’aria viene analizzata in un tempo praticamente immediato, un campione intrappolato in un sacchetto viene preso in analisi entro 30 ore e questa tipologia è più indicata per emissioni in cui vi sono delle differenze e fluttuazioni di odore nel tempo (ad esempio discariche, acque stagnanti, aree destinate al compostaggio). Scegliendo invece un sistema di campionamento dinamico per la misurazione dell’inquinamento olfattivo significa che si vuole stabilire l’entità di un odore che è costante o poco variabile nel corso del tempo e poco influenzato dalle condizioni esterne.