Sulla rivista “Circulation” è stato pubblicato uno studio condotto da Wanpen Vongpatanasin della UT Southwestern Medical Center di Dallas: la ricerca punta il dito contro i fosfati (ovvero i conservanti) contenuti negli alimenti che, stando ai risultati ottenuti con esperimenti su animali, ridurrebbero la quantità di energia dei muscoli aumentando così il rischio di sedentarietà.

In particolare si può constatare che, a fronte di una quantità massima giornaliere di 700 mg, un terzo delle persone consuma una quantità fino a 4 volte maggiore di fosfati. Come detto, i fosfati sono presenti nel cibo come conservanti: wurstel (o altri tipi di carni lavorate), bibite, cibi surgelati, sono tra quelli più dannosi da questo punto di vista.

L’esperimento è stato condotto su dei topi da laboratorio cui è stata prevista una dieta basata su fosfati inorganici: dopo 3 mesi, le cavie presentavano evidenti difficoltà nel compiere attività fisica, oltre a una riduzione significativa di fonti di energia nei muscoli.