
La riforma delle pensioni verterà soprattutto sulla questione quota 100: per chi non lo sapesse, sarà possibile richiedere la pensione con 5 anni di anticipo rispetto ai 67 anni canonici se si hanno alle spalle 38 anni di contributi lavorativi.
Alla luce dei recenti dati Inps viene fuori che delle 4,1 milioni di donne che percepiscono la pensione una minima parte avrebbe avuto le caratteristiche necessarie per usufruire di quota 100, in gran parte per un problema legato a carriere lavorative discontinue.
Ecco, allora, che proseguirà la sperimentazione di “opzione donna“: in questo caso ci potrebbe essere la pensione anticipata per chi ha 58 o 59 anni (dipendenti o autonome) con 35 anni di contributi. Ovviamente chi accede al piano pensionistico opzione donna dovrà fare i conti col ricalcolo per intero della somma finale, che potrebbe essere anche del 40% in meno di quella inizialmente prevista. Una differenza dovuta anche alla pensione anticipata di circa otto anni rispetto al normale.