
La Columbia University ha messo a punto un sistema artificiale che consente, senza fare troppi giri di parole, di tradurre in parole i pensieri rilevati. Si tratta di un passo incredibile che compiono intelligenza artificiale e sintetizzatori linguistici: inutile sottolineare che questi ultimi riescono a connettersi direttamente al nostro cervello andando quindi ad aiutare chi non riesce più a esprimersi in modo corretto.
I ricercatori hanno prima registrato i dati cerebrali di persone quando parlano, poi hanno fatto lo stesso coi segnali che arrivano nel cervello quando si sta pensando. Il “vocoder“, la voce che rappresenterà i pensieri in questioni, è stato presentato da Nima Mesgarani, a capo di questo team: “Amazon Echo o Google Siri usano in pratica la stessa tecnologia visto che rispondono alle nostre domande. I segnali del vocoder sono tarati su alcune registrazione previe delle attività cerebrali e del linguaggio di alcuni volontari. Vedremo se questa scoperta porterà a breve anche un dispositivo commerciale”.